Amo i bambini, perdermi nel mondo degli adolescenti e interrogarmi su ciò che mi circonda.
Ho studiato Medicina e Chirurgia con il desiderio di essere utile agli altri e mi sono specializzata in Medicina del Lavoro perché credo che il lavoro sia una parte fondamentale dell’identità di una persona, il primo spazio in cui ciascuno dovrebbe potersi realizzare.
Amo il mio lavoro perché non mi limito a trattare un sintomo, ma entro in relazione con l’essere umano nella sua complessità: corpo e psiche, vissuti e aspettative, fatiche e sogni.
Col tempo, il desiderio di comprendere più a fondo i meccanismi della mente mi ha portata a intraprendere un nuovo percorso: un’ulteriore Specializzazione in Psicoterapia ad indirizzo psicoanalitico, basata sulla valorizzazione della persona e della relazione.
Poi è arrivata la pandemia, travolgendo ogni cosa. Durante la prima ondata ho scelto di mettermi a disposizione come medico volontario e sono stata inviata a Bergamo, nel reparto di terapia sub-intensiva Covid. Ho toccato con mano i miei incubi e perso persone care. Ma ho anche ricevuto più di quanto avrei mai potuto immaginare, tra cui l’onorificenza di Cavaliere.
Esperienze che mi hanno cambiata, rafforzando ancor di più il mio desiderio di aiutare e di contribuire alla costruzione di un mondo migliore. Il lavoro con i ragazzi in difficoltà presso la neuropsichiatria infantile è stata la risposta al mio cercare. Così ho dato vita a un gruppo di professionisti capaci di affiancare i giovani e le loro famiglie, affinché possano riconoscere la grandezza che custodiscono dentro di sé, in quello splendido germoglio che è il loro e nostro futuro.