Disturbo oppositivo provocatorio

DISTURBO OPPOSITIVO PROVOCATORIO

Disturbo o capriccio?

Spesso i genitori si rivolgono a noi perché si sentono impotenti e a volte persino colpevoli di fronte ai capricci o ai comportamenti aggressivi dei propri figli. Ma se questi eventi sono occasionali e limitati per frequenza e durata, sono eventi evolutivi positivi.

L’aggressività, infatti, è una competenza che il bambino sviluppa crescendo ed è sana perché, se ben incanalata, permette di migliorare le proprie competenze e di raggiungere i propri obiettivi. Diverso è il discorso quando gli eventi sono continui e incontrollabili, accompagnati da comportamenti violenti e distruttivi verso sé o verso gli altri, perché questo nuoce all’adattamento e alla crescita del bambino.

Al nostro centro si rivolgono i genitori che desiderano capire i comportamenti dei propri figli e acquisire gli strumenti necessari per favorire il loro inserimento all’interno della collettività. La psicoterapia non può fornire soluzioni immediate né facili rimedi, ma piuttosto offrire un percorso che dia un contributo concreto per aiutare il bambino e la sua famiglia a vivere meglio, orientando in modo positivo l’energia spesso incontrollata del bambino.

DOP nei bambini e adolescenti

Quando gli eventi di cui abbiamo accennato sopra sono molto frequenti o violenti e il bambino non riesce a controllare le emozioni e i comportamenti ad esso legati, potremmo essere di fronte ad un disturbo del comportamento quale il disturbo oppositivo provocatorio.

COS’È? QUALI SONO I SINTOMI?

Il disturbo oppositivo provocatorio (DOP) si manifesta spesso in bambini di età scolare o prescolare ed è caratterizzato da umore collerico e irritabile e da comportamenti vendicativi e oppositivi, che si verificano in modo frequente per un periodo prolungato di mesi.

Il bambino con disturbo oppositivo provocatorio spesso:

  • litiga con adulti e coetanei,
  • si rifiuta di rispettare le richieste e le regole,
  • ride se sgridato,
  • irrita deliberatamente gli altri,
  • riversa su di loro la colpa dei propri errori.

Questo comportamento viene messo in atto indifferentemente a casa come a scuola, interferendo negativamente nel rapporto con insegnanti e genitori, nonché nella relazione con i coetanei.

Spesso questi bambini presentano un’elevata reattività emozionale, una scarsa tolleranza alla frustrazione, tratti di iperattività o un deficit dell’attenzione.

COME SI TRATTA?

Questo disturbo va diagnosticato con l’aiuto di un medico neuropsichiatra infantile.

La nostra equipe non ha l’obiettivo di fare diagnosi ma terapia, ovvero aiuta la famiglia e il bambino nel trattamento a livello psicologico e comportamentale.

Alcuni studi, infatti, hanno mostrato che un’educazione troppo rigida può instaurare un circolo vizioso in cui viene posta maggiore attenzione agli aspetti comportamentali problematici del bambino. In questo modo il bambino stesso crea l’immagine di sé come quella del “bambino cattivo” e ciò lo porta a ripetere maggiormente i comportamenti indesiderati.

Inoltre, il mancato rinforzo di azioni positive rischia di farle passare in secondo piano, così che il bambino si senta meno incoraggiato a metterle in atto. Questa confusione lo porta a star male e genera un senso di colpa che viene amplificato dai comportamenti incontrollabili.

Può anche essere che, talvolta, all’interno della famiglia siano presenti dinamiche aggressive come violenti litigi o conflitti gestiti con aggressività passiva, ed è possibile che il bambino assuma il modello appreso dalle figure di riferimento e lo riproponga lui stesso nei contesti da lui frequentati.

Strategie e attività per bambini con disturbo oppositivo provocatorio (h4)

Presso il nostro centro, psicologi e psicoterapeuti utilizzano percorsi di trattamento diversi sulla base della fascia di età dei soggetti coinvolti.

Per i bambini in età prescolare (prima dei 6 anni) l’intervento si concentra prevalentemente su una psico-educazione rivolta ai genitori; tramite il loro vissuto e la rilettura dei comportamenti, si può valorizzare il ruolo genitoriale e l’autorevolezza ottenendo risultati sul bambino. Nelle nostre sedute non è insolito sentirci dire ai genitori “Siete voi i terapeuti del vostro bambino”.

Nei bambini in età scolare (6-12 anni circa) invece risulta maggiormente efficace un lavoro individuale con il bambino associato ad un intervento di psico-educazione genitoriale e la relazione con gli insegnanti/educatori scolastici che sono una preziosa risorsa per le relazioni del bambino e per la sua valorizzazione. Nelle sedute con i bambini si utilizza l’interazione mediante l’uso di giochi, attività creative e storie.

Infine, per gli adolescenti la modalità più efficace di trattamento risulta quella della terapia individuale, associata a sedute periodiche con i genitori. Con i ragazzi si lavora spesso mediante il racconto del loro vissuto, aiutandoli nella valutazione degli eventi ed esplorando soluzioni alternative, esercitando i ragazzi a soffermarsi sulle conseguenze delle proprie azioni, identificando il significato dei propri e altrui gesti e la percezione di cosa possono provare gli altri.

 

SI PUÒ GUARIRE?

In tutte le fascia di età dei bambini e adolescenti che seguiamo, l’intervento è basato sul potenziamento delle competenze di sé. Gli obiettivi del percorso sono orientati a:

  • aumentare nel bambino/ragazzo la consapevolezza delle proprie emozioni per sentirsi al sicuro nella gestione della relazione con l’altro;
  • migliorare la regolazione emotiva abbassando il livello di frustrazione e rabbia;
  • accrescere l’autostima e le competenze evolutive;
  • costruire una relazione genitore-figlio/insegnante-alunno basata su strategie positive di valorizzazione.

 

Con il giusto supporto e intervento precoce si può guarire dal disturbo oppositivo provocatorio.

È infatti nostra esperienza constatare che, grazie ad un giusto percorso e supporto familiare e scolastico, molti bambini e adolescenti con la crescita superano completamente i sintomi. In altre

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